Il codice del volo
IL SOGNO DEL VOLO
Il Codice sul volo degli uccelli è il cuore del grande trattato che Leonardo sognava ma non riuscì a scrivere. Immaginava di consegnare ai posteri in quattro libri il segreto delle leggi fisiche che regolano il volo degli uccelli da cui avrebbe dedotto le istruzioni per costruire una macchina volante pilotata dall'uomo.
Il Codice del Volo è un fascicoletto composto da 18 fogli di 21 per 15 centimetri, fitti di note, schizzi, osservazioni, intuizioni scientifiche. Ha una modesta copertina in cartone cui si aggiunse nell'800 una rilegatura e una custodia in pelle più preziosa.
IL TACCUINO E LA GIOCONDA
Dei cinque Codici rimasti di Leonardo, questo ha il fascino speciale di un block notes che il Maestro probabilmente portava con sé nella tasca della sua veste, per fissare con appunti e disegni le intuizioni sul volo.
Risale al 1505-1506, gli stessi anni in cui Leonardo dipingeva la Gioconda.
L'AVVENTUROSA STORIA
Il codice pervenne alla Biblioteca Reale di Torino dopo trasferimenti e peripezie rocamboleschi. Un'odissea durata quattro secoli durante i quali il prezioso manoscritto cambiò una dozzina di proprietari, a incominciare dall'erede di Leonardo, Francesco Melzi.
Comprato e poi dimenticato, riscoperto e rivenduto, ma anche rubato insieme ad altri manoscritti del Maestro, il Codice del Volo viaggiò per migliaia di chilometri attraverso l'Europa, da Amboise, dove Leonardo morì, a Parigi, Londra, Milano con un'ultima tappa in Siberia.
Fu donato ai Savoia nel 1893 da uno studioso russo del Rinascimento italiano, Teodoro Sabachnikoff: dei 18 fogli ne mancavano 4, che si aggiunsero successivamente per altre donazioni.
LA SCIENZA DEL VOLO IN 18 FOGLI
Il manoscritto documenta le meticolose e geniali osservazioni di Leonardo sul volo degli uccelli, in particolare di un nibbio. Tra l'altro egli individua i due punti fondamentali che nel volatile consentono l'assetto in aria: il baricentro e il centro di resistenza delle ali. Sono il fondamento per la macchina che farà librare in aria l'uomo: una sorta di piccola gabbia alla quale sono collegate due gigantesche ali meccaniche di complessa articolazione, capaci di disporsi rispetto ai flussi d'aria in modo da sostenersi nel vento, cabrare e picchiare. È il moderno volo degli alianti. L'artista di Vinci giunge in questo modo ad un passo dall'individuazione delle leggi aerodinamiche che governano il volo senza motore, e lascia nel codice ora a Torino e nelle molte altre osservazioni disseminate in manoscritti diversi, la maggior trattazione aeronautica anteriore al secolo XIX.
IL PILOTA E IL POLLO
La profondità progettuale di Leonardo arriva ad affrontare il problema della sicurezza del pilota della sua macchina: immagina di proteggerlo con otri pieni d'acqua che attutiscano le conseguenze di una eventuale caduta.
È commovente, nella terza pagina di copertina del manoscritto, un appunto che apre uno squarcio sulla quotidianità del genio: una piccola nota di spese, fra le quali due soldi per un pollo.