L'autoritratto di Leonardo Da Vinci
Sul disegno di Torino sono state spese parole a non finire. Si è dubitato che sia davvero un autoritratto di Leonardo e alcuni studiosi hanno avanzato ipotesi che non hanno raggiunto alcuna conclusione sicura, e comunque non hanno scalfito la tradizionale convinzione (peraltro indicata dalla scritta in grafia cinquecentesca e da numerose altre considerazioni) che il ritratto sia davvero quello del genio di Vinci.
Al di là delle esercitazioni accademiche, le parole più penetranti scritte sul volto rimangono quelle di chi ha colto in questi occhi "lo sguardo di chi troppo ha visto, di chi è andato troppo lontano, ed è rimasto solo, e fissa in faccia la Morte".
Il disegno arrivò a Torino nel 1839, quando Carlo Alberto acquistò per la Biblioteca Reale una straordinaria collezione di 1600 disegni antichi da Giovanni Volpato, antiquario, restauratore e incisore che aveva dedicato la vita alla caccia di disegni antichi attraverso l' Europa.
L'Autoritratto di Leonardo faceva parte di un gruppo di tredici carte sulle quali l'artista aveva lasciato alcuni dei tanti studi e schizzi che documentano la meticolosa elaborazione attraverso la quale si perfezionavano il suo procedimento creativo e la sua osservazione scientifica della natura. Come e dove Volpato avesse trovato i preziosi fogli rimane un mistero.
L'altro celeberrimo disegno compreso nel gruppo, e tuttora conservato nella Biblioteca Reale, è il ritratto di fanciulla preparatorio per l'Angelo della "Vergine delle Rocce".
L'Autoritratto di Leonardo desta molte preoccupazioni per il suo stato di conservazione. Il Maestro, che probabilmente schizzò il disegno di se stesso solo per se stesso, utilizzò una carta di qualità scadente che rende l'opera delicatissima.
Recenti analisi hanno rivelato la composizione del foglio, in cui si trovano fibre di canapa, lino e frammenti di lana colorata. Sulla carta sono in atto fenomeni di ossidazione noti come foxing, che ne indeboliscono le fibre favorendo la proliferazione di macchie bruno-rossastre.
L'Autoritratto viene esposto in rare occasioni ed è conservato in una teca che controlla temperatura e umidità dell'ambiente.