Foglio 4 verso

Il codice del volo di Leonardo su Marte Incomincia qui, dopo le notazioni teoriche, l'osservazione del volo in natura.
Nel Codice Leonardo cita due uccelli, il nibbio e la coturnice, ma dai disegni sembra che l'oggetto dei suoi studi sia soprattutto il nibbio, un rapace comune, con un'apertura alare di circa un metro e mezzo.
Lo scienziato nota la differenza di comportamento tra un corpo flessibile, quello dell'animale in volo e uno rigido, quando vengono sottoposti a forze che premono dall'alto. Una cosa sono le ossa e un'altra sono le penne che rappresentano un'entità sempre più flessibile, man mano che si va verso l'estremità dell'ala.
La domanda che il Maestro si pone è anche quale sia la parte dell'ala maggiormente sollecitata dalle varie forze dell'aria.

«le penne che sono più lontane dalla loro attaccatura saranno più pieghevoli. Dunque le cime delle penne delle ali saranno sempre più alte rispetto al punto in cui nascono, per cui potremo ragionevolmente dire che le ossa delle ali saranno sempre più basse di ogni altra parte dell'ala nella fase di abbassamento, e più alte nella fase di innalzamento, talché la parte più pesante è la guida del moto»

NOTA: Per ogni pagina del Codice è dato un breve riassunto, con la citazione di un passo testuale di Leonardo tra i più significativi, adattato all'italiano moderno.